Nel mondo della dermopigmentazione ci sono purtroppo operatori non adeguatamente formati e “professionisti” poco competenti, che svolgono il loro lavoro in modo approssimativo causando non pochi danni alle persone che si rivolgono a loro. Sempre più spesso, quindi, ci si trova a chiedersi: si può correggere un trucco semipermanente mal eseguito?
Il trattamento di dermopigmentazione è anche chiamato trucco semipermanente, poiché oggi si utilizzano dei pigmenti speciali che vengono riassorbiti in un certo periodo di tempo. A seconda del tipo di pelle e di altre variabili questo periodo può arrivare fino a 12 o 18 mesi, perciò se il lavoro è stato mal eseguito rimane il problema di conservare una forma o un colore inadeguato per un anno o più. Inoltre, è anche possibile che il trattamento risalga ad anni precedenti, nei quali venivano utilizzati colori da tatuaggio non riassorbibili che spesso cambiano colore nel tempo con effetti indesiderati.
Come si opera in questi casi? Prima di tutto, un operatore esperto dovrà valutare se e come intervenire, eventualmente anche in sinergia con altri professionisti e con medici preparati.
Fatta questa prima valutazione, si distinguono di solito due tipologie di intervento:
È utile sottolineare che, sebbene entrambe le tipologie di intervento siano efficaci, non bisogna comunque considerare la correzione come una soluzione semplice e immediata. Si tratta infatti di procedure che richiedono diverso tempo per raggiungere il risultato ottimale, oltre a un investimento economico che può risultare elevato. L’opzione migliore rimane sempre quella di rivolgersi fin da subito a un professionista preparato, che realizzi un buon trucco semipermanente senza necessità di correzioni.
Il corso di correzione dermopigmentazione e camouflage di Rita Molinaro
Per il professionista che voglia formarsi in questo campo, Rita Molinaro offre un corso interamente dedicato a correzione e camouflage. All’interno del corso si valuta come effettuare l’analisi preliminare, come scegliere il sistema di correzione più adeguato al cliente e come effettuare l’intervento: un percorso completo studiato per restituire alla persona il piacere di guardarsi allo specchio, con il trattamento di dermopigmentazione più adatto al suo viso.
Puoi scoprire il programma completo e le prossime date a questo link:
Corso correzione e camouflage
Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, sicuramente l’espressività del volto dipende, invece, dalle sopracciglia che donano identità, carattere e bellezza all’espressione facciale.
Le sopracciglia hanno vissuto, nel corso del tempo, moltissime mode diverse tutte orientate ad aumentarne l’incisività e la forza espressiva.
Dal look più spigoloso e preciso fino ad arrivare allo stile cespuglioso degli ultimi anni, le sopracciglia hanno sempre rappresentato un modo per esaltare la bellezza dello sguardo.
La donna di inizio Novecento amava essere in ordine e curare le proprie sopracciglia epilandole, ove possibile, per creare una linea morbida. Inoltre, era abituata a renderle luminose con l’olio di ricino.
Con l’avvento del cinema, negli anni ’30, le sopracciglia sono diventate righe spigolose e sottili da risaltare con il khol sia per necessità di spettacolo sia per volontà d’imitazione delle dive.
Negli anni ’40 le dive del cinema iniziano ad inspessire le sopracciglia pur mantenendo il tratto ad arco, volutamente allungato nella parte finale per rendere lo sguardo più languido.
La regina delle sopracciglia a cavallo tra anni ’50 e ’60 è quella di Audrey Hepburn: spessa e ad ala di gabbiano, ovviamente, però, non è facilmente portabile su tutti i volti.
Mentre negli anni ’80 le sopracciglia diventano cespugliose e selvagge, negli anni ’90 vince il look minimal con sopracciglia molto curate ed extra sottili.
Gli anni ‘2000, invece, vedono risplendere la creatività: il ritorno degli anni ’80 per modelle e celebrità, uno stile, invece, curato e minimale per le donne di tutti i giorni.
In tutto questo, però, una cosa rimane fondamentale: le tecniche di tatuaggio estetico che servono per andare a disegnare le sopracciglia con il dermografo e il microblading devono assolutamente essere plasmate sulle forme del volto e sull’espressività facciale unica della cliente.
Non esiste una moda da seguire, oppure uno stile migliore di un altro: tutto deve partire dallo studio dettagliato dell’ovale, l’armonia dell’insieme, degli occhi e dell’espressione del/della cliente che desidera effettuare il tatuaggio delle sopracciglia.
È necessario, quindi, divincolarsi dalle mode e dagli stili imperanti e decidere cosa possa apparire più piacente ed espressivo su ogni volto che si vada a trattare, esaltandone l’unicità.
Bando alle mode, sì allo studio del volto quando si parla di tatuaggio permanente delle sopracciglia.
L’evoluzione dei materiali nella dermopigmentazione è un argomento così “pungente” da non poter essere trascurato!
Quali sono i metalli utilizzati per la realizzazione degli aghi da Dermopigmentazione?
Così come un truccatore sceglie accuratamente i propri pennelli… a noi dermopigmentisti spetta il compito di selezionare le tipologie di aghi più idonei per la realizzazione dei nostri lavori.
È interessante conoscere l’evoluzione di questo strumento. È ormai noto che i primi aghi fossero costruiti con metalli nobili (oro, argento e soprattutto platino) perché si pensava che le infezioni fossero causate dall’ossidazione dei metalli meno pregiati.
Questi aghi “preziosi” sono stati usati per lungo tempo malgrado l’elevato costo.
Attualmente gli aghi che utilizziamo abitualmente sono in acciaio.
Esistono dei rischi legati all’utilizzo degli aghi nella dermopigmentazione?
Per la prima volta, secondo una recente ricerca del 2019, anche gli aghi verrebbero messi sotto accusa nelle allergie da tatuaggio.
Durante il loro utilizzo pare che da essi si liberino nichel e cromo che penetrano nella pelle e viaggiano nel sangue raggiungendo i linfonodi. A scoprire il fenomeno è la ricerca condotta presso il Centro europeo per la luce di sincrotrone Esfr (European Synchrotron Radiation Facility) di Grenoble. Pubblicata sulla rivista Particle and Fibre Toxicology la scoperta si deve allo stesso gruppo, coordinato da Ines Schreiver, dell’Istituto Federale tedesco per la valutazione dei rischi (Bfr).
Si è scoperto che nella sicurezza dei tatuaggi non sono coinvolti solo la sterilità degli strumenti e la qualità dei pigmenti bensì anche altro:
“Non si tratta solo di usare attrezzature sterili o controllare gli inchiostri usati – rileva Hiram Castillo dell’Esfr – ora scopriamo che l’usura degli aghi ha un impatto”.
Di solito gli aghi per tatuaggi contengono il 6-8% di nichel e il 15-20% di cromo, entrambi fattori sensibili per le allergie.
Nuovi studi e nuove tecnologie renderanno quindi più sicuro l’utilizzo degli aghi nella Dermopigmentazione?
Gli studiosi sono arrivati a considerare alcuni tipi di aghi (costruiti con acciai scadenti) responsabili, durante il loro utilizzo, del rilascio di sostanze che possono causare allergie mentre approfondivano uno studio precedente.
Esaminando infatti campioni di pelle e linfonodi prelevati da persone tatuate (utilizzando il più potente dei microscopi ossia la luce di sincrotrone) hanno notato che contenevano particelle di ferro, cromo e nichel le cui dimensioni variano da 50 miliardesimi di metro a 2 millesimi di millimetro.
Via libera quindi all’utilizzo di aghi in acciaio inossidabile nel mondo del trucco permanente… a patto che si rispettino le severe leggi in fatto di qualità.
“Inossidabile” è il termine utilizzato per identificare la famiglia di acciai con un contenuto minimo dell’11% di cromo (elemento chiave in grado di dare al materiale una grande resistenza alla corrosione).
Ci sono due tipi principali di acciaio inossidabile: Inox AISI 304 (in cui si aggiungono il nichel e il cromo) e un acciaio inox 316 (in cui viene aggiunto anche molibdeno per garantire un ulteriore resistenza alla corrosione).
Cosa differenzia l’acciaio AISI 316 dall’AISI 304?
La principale differenza tra i due è che l’AISI 316 contiene molibdeno a differenza del 304.
I manuali di laboratorio riportano che il molibdeno, comparato con gli altri metalli pesanti, ha una tossicità relativamente bassa. Difficilmente si osservano casi di tossicità acuta da molibdeno negli esseri umani, perché la dose necessaria sarebbe eccezionalmente elevata.
L’igiene dell’inox è garantita dalle diverse caratteristiche di questi materiali:
– Resistenza alla corrosione che evita che il materiale possa cedere alle sostanze con cui viene a contatto i suoi elementi costituenti.
–Non ha bisogno di rivestimenti protettivi, che usurandosi possono dare luogo a fessure, crepe, rientranze, che generalmente finiscono per ospitare germi e batteri.
– Superfici compatte prive di rugosità che assicura l’impermeabilità a sostanze esterne.
– Elevata rimovibilità batterica.
– Bassa ritentività batterica.
E’ possibile dunque ridurre il rischio di incompatibilità nell’utilizzo degli aghi in acciaio nella Dermopigmentazione?
Come sopra spiegato il rischio di incompatibilità nell’utilizzo degli acciai inox nella Dermopigmentazione è pressoché azzerata a patto che vengano utilizzati solo prodotti certificati, che venga garantita la tracciabilità delle materie prime oltre all’assoluta sterilità delle superfici.
Il nostro consiglio è quello di non importare impropriamente prodotti senza garantire l’igienicità e l’integrità degli stessi. Questo consente, insieme ad altri elementi, la riuscita eccellente e sicura nostro del lavoro!