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Nel mondo della dermopigmentazione ci sono purtroppo operatori non adeguatamente formati e “professionisti” poco competenti, che svolgono il loro lavoro in modo approssimativo causando non pochi danni alle persone che si rivolgono a loro. Sempre più spesso, quindi, ci si trova a chiedersi: si può correggere un trucco semipermanente mal eseguito?

Come correggere un trattamento di dermopigmentazione

Il trattamento di dermopigmentazione è anche chiamato trucco semipermanente, poiché oggi si utilizzano dei pigmenti speciali che vengono riassorbiti in un certo periodo di tempo. A seconda del tipo di pelle e di altre variabili questo periodo può arrivare fino a 12 o 18 mesi, perciò se il lavoro è stato mal eseguito rimane il problema di conservare una forma o un colore inadeguato per un anno o più. Inoltre, è anche possibile che il trattamento risalga ad anni precedenti, nei quali venivano utilizzati colori da tatuaggio non riassorbibili che spesso cambiano colore nel tempo con effetti indesiderati.

Come si opera in questi casi? Prima di tutto, un operatore esperto dovrà valutare se e come intervenire, eventualmente anche in sinergia con altri professionisti e con medici preparati.

Fatta questa prima valutazione, si distinguono di solito due tipologie di intervento:

È utile sottolineare che, sebbene entrambe le tipologie di intervento siano efficaci, non bisogna comunque considerare la correzione come una soluzione semplice e immediata. Si tratta infatti di procedure che richiedono diverso tempo per raggiungere il risultato ottimale, oltre a un investimento economico che può risultare elevato. L’opzione migliore rimane sempre quella di rivolgersi fin da subito a un professionista preparato, che realizzi un buon trucco semipermanente senza necessità di correzioni.

Il corso di correzione dermopigmentazione e camouflage di Rita Molinaro

Per il professionista che voglia formarsi in questo campo, Rita Molinaro offre un corso interamente dedicato a correzione e camouflage. All’interno del corso si valuta come effettuare l’analisi preliminare, come scegliere il sistema di correzione più adeguato al cliente e come effettuare l’intervento: un percorso completo studiato per restituire alla persona il piacere di guardarsi allo specchio, con il trattamento di dermopigmentazione più adatto al suo viso.

Puoi scoprire il programma completo e le prossime date a questo link:
Corso correzione e camouflage

Cos’è il microneedling?

Il microneedling, anche chiamato dermaneedling, è un trattamento di stimolazione del derma che aiuta il naturale processo di rigenerazione della pelle. Si tratta di una tecnica sempre più utilizzata, grazie alla minima invasività e agli ottimi risultati che permette di raggiungere se eseguita da professionisti preparati.

Come funziona il microneedling

Per capire in cosa consiste il microneedling, è utile prima di tutto conoscere la nostra pelle e il suo funzionamento.
La cute, suddivisa in tre strati chiamati epidermide, derma e ipoderma, è soggetta a un costante processo di rigenerazione cellulare: le nuove cellule vengono prodotte dagli strati più interni e risalgono verso quelli superficiali.
Con il passare degli anni e a causa di fattori come inquinamento, cattiva alimentazione o mancanza di idratazione, questo processo di rinnovamento tende però a rallentare.

Il dermaneedling utilizza degli appositi aghi per creare delle micro perforazioni nell’epidermide, con lo scopo di spingere la pelle a reagire attraverso la produzione di collagene.
Grazie a questo trattamento la rigenerazione cellulare aumenta e la pelle appare quindi più tonica, compatta e luminosa.

Il protocollo Rita Molinaro Clinita Care per la bioinduzione di collagene

Il dermaneedling è un trattamento di grande efficacia, utile non solo per stimolare il rinnovamento cellulare in caso di inestetismi dovuti all’invecchiamento come piccole rughe, ma anche per agire su cicatrici, segni dovuti all’acne, smagliature o macchie cutanee.
Le micro perforazioni consentono di preparare la pelle a ricevere principi attivi e sostanze funzionali, rendendo fondamentale l’utilizzo dei giusti prodotti per ottenere il miglior risultato possibile.
Nella linea cosmeceutica Rita Molinaro
Clinita Care potrai quindi trovare creme, sieri e maschere studiati appositamente per il microneedling e capaci di massimizzarne l’efficacia, oltre al dermaroller con aghi in acciaio chirurgico utile per proseguire il trattamento anche a casa.

Contattaci per maggiori informazioni sul catalogo Clinita Care, o visita la pagina del nostro corso Dermaneedling se desideri offrire un trattamento innovativo ed efficace alle tue clienti: Corso Bioinduzione di collagene Clinita

Per chi desidera approcciarsi per la prima volta al mondo della dermopigmentazione, uno dei primi passi da compiere è quello di individuare i giusti corsi di formazione da frequentare. Il campo della dermopigmentazione è infatti in crescita da diversi anni, ma per avviare un’attività e diventare professionista del settore è necessario scegliere il giusto partner cui rivolgersi.

Dermopigmentazione: cos’è e come funziona

La dermopigmentazione è una procedura che introduce nel derma dei pigmenti colorati, con uno scopo che può essere estetico o medicale.
Di questa pratica fanno parte il microblading e quello che viene comunemente definito “trucco permanente” a labbra, sopracciglia e palpebra per l’eyeliner. Si può svolgere manualmente, come nel microblading, ma per ottenere i migliori risultati con le tecniche più moderne è necessario l’utilizzo di uno strumento meccanico chiamato dermografo.

Corso dermopigmentazione: come iniziare

Per coloro che vogliono intraprendere la carriera di dermopigmentista, Rita Molinaro ha studiato un percorso di formazione chiamato “Corso base – I fondamentali”. Il primo modulo si concentra sulle sopracciglia, con un corso in cui è possibile apprendere tutte le basi su dermografo, aghi, colori, norme igienico sanitarie e consenso informato, fino ad arrivare allo studio del progetto e delle diverse tecniche di dermopigmentazione.
Il secondo modulo si focalizza sul trucco permanente alle labbra mentre il terzo e ultimo insegna come tatuare la linea dell’eyeliner.
Nelle pagine dedicate ai singoli moduli potrai trovare il programma completo e il calendario delle prossime date in programma per il corso base di dermopigmentazione:

I fondamentali: corso dermopigmentazione sopracciglia
I fondamentali: corso dermopigmentazione labbra
I fondamentali: corso dermopigmentazione eyeliner

Perché scegliere Rita Molinaro per il tuo corso dermopigmentazione

Rita Molinaro si propone da sempre di offrire una formazione professionale in un mondo fatto purtroppo anche di improvvisazione: i nostri corsi si basano su protocolli e metodologie approvati dalle aziende sanitarie nazionali e sono tenuti da docenti certificati EQF.
Gli attestati rilasciati al termine di ogni corso hanno un valore legale riconosciuto in tutta Europa.
A differenza di altre accademie, seguiamo inoltre i nostri partecipanti anche al termine del corso di formazione con un servizio di tutoring costante. Per i primi tre mesi dopo il master mettiamo a disposizione gratuitamente le funzioni in abbonamento della nostra app MyClinita, tra cui una chat diretta e dedicata con i docenti in cui potrai trovare un supporto continuo.
Scegli solo il meglio per la tua formazione con il corso dermopigmentazione di Rita Molinaro, visita la sezione Corsi o contattaci per maggiori informazioni.

I protocolli formativi sono frutto di più di 30 anni di insegnamento per far apprendere in modo semplice e riuscire a mettere subito in pratica quello che si è imparato, in totale sicurezza per la cliente e per l’operatore.

 

Un tatuaggio 3D, dello stesso tipo che normalmente si usa per un trucco semipermanente, per rifare le sopracciglia, il contorno labbra o l’eyeliner.

E’ questa la soluzione sperimentata all’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso per la ricostruzione dell’areola mammaria su 169 donne in seguito a una mastectomia.
Un intervento di dermopigmentazione poco invasivo, che ha consentito la ricostruzione post operatoria della zona areola-capezzolo dei seni restituendo alle pazienti il loro aspetto originario e armonico oltre che, psicologicamente, un ritorno alla normalità che aiuta notevolmente il processo di accettazione.
Un’altra piccola battaglia vinta contro il tumore al seno che in Italia colpisce ogni anno una donna su dieci.

Lo studio dei medici trevigiani

L’esperienza, che ha portato dal 2010 a oggi il pool costituito dal direttore dell’unità operativa complessa di radioterapie Alessandro Gava, il dirigente della Chirurgia Senologica Christian Rizzetto, il direttore della Chirurgia Plastica Giorgio Berna e la tatuatrice della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) di Treviso Rita Molinaro a eseguire 309 interventi, è stata pubblicata sulla rivista Annali dell’Istituto Superiore della Sanità, che ne ha seguito passo passo le tappe. Al monitoraggio, sono seguiti i questionari di gradimento, che hanno premiato questa nuova tecnica applicata alla medicina.

Il tatuaggio 3D

A effettuarla, al Ca’ Foncello di Treviso, è una dermopigmentista di fama internazionale.
E’ lei che ha inserito piccoli pigmenti di colore sotto il primo strato del derma del seno di queste donne, che hanno potuto così recuperare un aspetto molto simile a quello precedente la mastectomia, l’asportazione di uno e di entrambi i seni a causa della presenza di una massa tumorale.
La dermopigmentazione, infatti, è una ricostruzione che permette un risultato estetico armonico e identico alla realtà.
Non è molto invasiva in quanto si effettua con un ago molto sottile, come accade per la ricostruzione delle sopracciglia o per ridisegnare le labbra.

La dura statistica

In Italia si contano circa 50.000 nuovi casi di tumore alla mammella ogni anno.
Circa il 35% delle donne colpite dal male subisce un intervento chirurgico di mastectomia.
A seguito dell’intervento di prassi c’è la ricostruzione mammaria, che è un momento importante nel recupero psicologico e sociale di una donna che ha dovuto lottare contro il tumore al seno.

Numerosi studi dimostrano che donne che hanno subito interventi di mastectomia continuano a provare un disagio psicologico anche a distanza di tempo e che la ricostruzione del complesso areola-capezzolo sia strettamente correlata al grado di soddisfazione della paziente e all’accettazione della propria immagine aumentando sensibilmente il risultato ricostruttivo.

Articolo de “Metropolitano.it” 29/12/2020

Una nuova pubblicazione scientifica conferma: il tatuaggio areola capezzolo fa bene alla psiche delle donne colpite da patologia mammaria; ma negli ospedali oggi manca la figura del dermopigmentatore.

Una nuova pubblicazione scientifica, uscita a dicembre 2020 sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), riporta i dati raccolti su 169 pazienti colpite da patologia mammaria e sottoposte, post-intervento, alla ricostruzione tramite tatuaggio dell’areola-capezzolo. Questo pone nuova luce sulla necessità di trovare nelle strutture sanitarie pubbliche delle figure specializzate in dermopigmentazione, per arricchire il servizio dei trattamenti oggi offerti post-mastectomia o asportazione parziale del seno.

Ci sono cicatrici che segnano la fine di una brutta esperienza, mentre ci sono altre cicatrici che molte volte danno inizio ad un lungo e doloroso processo di guarigione e che possono nascondere per sempre tratti fondamentali della femminilità.

Sono 169 le pazienti trattate per il cancro al seno che, tra il 2010 e il 2016, sono state sottoposte a trattamenti di dermopigmentazione (tatuaggio medico utilizzato come tecnica complementare nella ricostruzione dell’areola e del capezzolo) nell’ospedale di Treviso grazie a un progetto condotto in collaborazione con la locale sezione della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT).

È quanto emerge dall’articolo “Dermopigmentation of the nipple-areola complex in a dedicated breast cancer centre, following the Treviso Hospital (Italy) LILT model” pubblicato a dicembre 2020 su gli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Dai dati emerge che delle 169 pazienti, trattate in 309 sessioni complessive, il 90% ha espresso un alto livello di soddisfazione dal punto di vista dei risultati estetici, reputando il trattamento molto utile e benefico. Dai risultati dello studio si evince che la dermopigmentazione del complesso areola-capezzolo è un approccio sicuro che fornisce benefici concreti alle pazienti.

Rita Molinaro, dermopigmentatrice, visagista e produce manager in campo cosmetico, nonché una delle autrici dell’articolo scientifico in oggetto, sta impegnando la sua vita al riconoscimento della dermopigmentazione oncologica nel rispetto delle donne colpite da patologia mammaria. Da oltre 15 anni collabora con associazioni come LILT e ANDOS, tiene convegni e docenze universitarie sulla materia in Italia e all’estero, effettuando trattamenti su oltre 1.000 pazienti oncologiche.

Il tatuaggio o dermopigmentazione con finalità medica è una tecnica non chirurgica, semplice e sicura che fa bene anche e soprattutto alla psiche delle donne – afferma Rita Molinaro che prosegue – custodisco gelosamente le centinaia di messaggi di felicità e sincera riconoscenza da parte delle donne che ho trattato.”

Comunicato stampa del 30 gennaio 2021

Quando trovarono la mummia Otzi gli scienziati scoprirono che aveva sul suo corpo 64 tatuaggi: questo dimostra che il tatuaggio fa parte, fin dalla preistoria, della cultura dell’uomo.
Ovviamente, all’inizio, le tecniche erano manuali ed è proprio da questa preistoria che dobbiamo far risalire la tecnica del Microblading: anticamente, si utilizzavano schegge di selce e di quarzo per tatuare ora, ovviamente, le piccole lame sono diverse e anche le varie tecniche si sono differenziate.

Il Microblading, infatti, è salito, proprio negli ultimi anni, alla ribalta soprattutto perché, a differenza del dermografo, l’acquisto delle piccole lame per iniziare a tatuare comporta un esborso di denaro minimo.
Questo ha dato via a molteplici corsi che hanno la presunzione di farvi diventare maestri del microblading in pochi giorni e che, invece, danno vita ad un sacco di improvvisati che non sanno utilizzare la tecnica.
Perché la vera differenza tra l’uso del dermografo e il microblading sta proprio nella manualità di quest’ultimo: con il microblading si possono ottenere effetti iperrealistici e mirabili ma quello che serve è un’ottima capacità di utilizzare le lame.

Il dermografo, infatti, è un dispositivo elettrico, nato con l’avvento della rivoluzione industriale che ha creato le prime rotative, infatti, il dermografo in sé nasce come macchina per la carta stampata, poi, trasferita all’utilizzo del tatuaggio.
Capite bene, però, che un dispositivo elettrico può essere molto costoso mentre le lame da microblading sono a portata di tutte le tasche: i risultati sono molto simili sia con dermografo che con microblading se si padroneggiano entrambe le tecniche, anche se, repetita iuvant, tatuare attraverso il microblading necessità di molta più capacità manuale ed esperienza.

L’obiettivo per un buon tatuaggio è sempre lo stesso: far arrivare il colore a livello del derma papillare, che questo avvenga con un mezzo manuale o elettrico non cambia, il problema è avere la competenza e la capacità di farlo anche attraverso le piccole lame del microblading, competenza che va esercitata e stimolata in maniera esponenziale.
Inoltre, il Microblading comporta delle differenze sul tipo di pelle: pelli anziane sottili o molto irrorate rendono molto più difficile il lavoro, mentre il dermografo ti consente di lavorare su più categorie di pelle senza nessuna difficoltà.

Sono metodi diversi, quindi, ma che si possono anche completare: uno stesso tatuaggio possono essere prima creati tutti i dettagli al microblading e poi, sfumature o rafforzati con il dermografo l’importante è sempre valutare chi si ha davanti, che tipo di pelle ha e i suoi desideri e obbiettivi per poi, decidere come procedere.
Se hai una buona manualità e un segno preciso puoi utilizzare alternativamente tutte e due le tecniche: ad esempio, per gli occhi e le labbra puoi utilizzare il dermografo (è possibile eseguire tale trattamento anche con la tecnica manuale, ma la perizia, la precisione devono essere elevatissime e il risultato è più semplice e gratificante con lo strumento elettrico) e per le sopracciglia la tecnica manuale del Tebori, a seconda, di cosa hai necessità di fare in quel momento.

Quello che consigliamo ad ogni professionista è la conoscenza di tutti e due i metodi che, a volte, si usano anche contemporaneamente: con il microblading e, nello specifico, con la tecnica del Tebori, non si creano solo peli ma anche linee, sfumature, riempimenti di colore; quello che resta fondamentale è l’esercizio della manualità e della sensibilità per comprendere fin dove si possa arrivare con la specifica pelle che si sta trattando.

Per entrambe le tecniche di cui abbiamo parlato, è importante la formazione e l’esercizio che si può avere solo praticando spesso e senza fermarsi mai di fronte ad una tecnica o all’altra.
Oltre a questo, rimane sicuramente fondamentale l’igienizzazione rigorosa che permette di lavorare in sicurezza sia per il tatuatore che per il cliente.

Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, sicuramente l’espressività del volto dipende, invece, dalle sopracciglia che donano identità, carattere e bellezza all’espressione facciale.

Le sopracciglia hanno vissuto, nel corso del tempo, moltissime mode diverse tutte orientate ad aumentarne l’incisività e la forza espressiva.

Dal look più spigoloso e preciso fino ad arrivare allo stile cespuglioso degli ultimi anni, le sopracciglia hanno sempre rappresentato un modo per esaltare la bellezza dello sguardo.

La donna di inizio Novecento amava essere in ordine e curare le proprie sopracciglia epilandole, ove possibile, per creare una linea morbida. Inoltre, era abituata a renderle luminose con l’olio di ricino.

Con l’avvento del cinema, negli anni ’30, le sopracciglia sono diventate righe spigolose e sottili da risaltare con il khol sia per necessità di spettacolo sia per volontà d’imitazione delle dive.

Negli anni ’40 le dive del cinema iniziano ad inspessire le sopracciglia pur mantenendo il tratto ad arco, volutamente allungato nella parte finale per rendere lo sguardo più languido.

La regina delle sopracciglia a cavallo tra anni ’50 e ’60 è quella di Audrey Hepburn: spessa e ad ala di gabbiano, ovviamente, però, non è facilmente portabile su tutti i volti.

Mentre negli anni ’80 le sopracciglia diventano cespugliose e selvagge, negli anni ’90 vince il look minimal con sopracciglia molto curate ed extra sottili.

Gli anni ‘2000, invece, vedono risplendere la creatività: il ritorno degli anni ’80 per modelle e celebrità, uno stile, invece, curato e minimale per le donne di tutti i giorni.

In tutto questo, però, una cosa rimane fondamentale: le tecniche di tatuaggio estetico che servono per andare a disegnare le sopracciglia con il dermografo e il microblading devono assolutamente essere plasmate sulle forme del volto e sull’espressività facciale unica della cliente.

Non esiste una moda da seguire, oppure uno stile migliore di un altro: tutto deve partire dallo studio dettagliato dell’ovale, l’armonia dell’insieme, degli occhi e dell’espressione del/della cliente che desidera effettuare il tatuaggio delle sopracciglia.

È necessario, quindi, divincolarsi dalle mode e dagli stili imperanti e decidere cosa possa apparire più piacente ed espressivo su ogni volto che si vada a trattare, esaltandone l’unicità.

Bando alle mode, sì allo studio del volto quando si parla di tatuaggio permanente delle sopracciglia.

L’evoluzione dei materiali nella dermopigmentazione è un argomento così “pungente” da non poter essere trascurato!

Quali sono i metalli utilizzati per la realizzazione degli aghi da Dermopigmentazione?
Così come un truccatore sceglie accuratamente i propri pennelli… a noi dermopigmentisti spetta il compito di selezionare le tipologie di aghi più idonei per la realizzazione dei nostri lavori.
È interessante conoscere l’evoluzione di questo strumento. È ormai noto che i primi aghi fossero costruiti con metalli nobili (oro, argento e soprattutto platino) perché si pensava che le infezioni fossero causate dall’ossidazione dei metalli meno pregiati.
Questi aghi “preziosi” sono stati usati per lungo tempo malgrado l’elevato costo.
Attualmente gli aghi che utilizziamo abitualmente sono in acciaio.

Esistono dei rischi legati all’utilizzo degli aghi nella dermopigmentazione?
Per la prima volta, secondo una recente ricerca del 2019, anche gli aghi verrebbero messi sotto accusa nelle allergie da tatuaggio.
Durante il loro utilizzo pare che da essi si liberino nichel e cromo che penetrano nella pelle e viaggiano nel sangue raggiungendo i linfonodi. A scoprire il fenomeno è la ricerca condotta presso il Centro europeo per la luce di sincrotrone Esfr (European Synchrotron Radiation Facility) di Grenoble. Pubblicata sulla rivista Particle and Fibre Toxicology la scoperta si deve allo stesso gruppo, coordinato da Ines Schreiver, dell’Istituto Federale tedesco per la valutazione dei rischi (Bfr).
Si è scoperto che nella sicurezza dei tatuaggi non sono coinvolti solo la sterilità degli strumenti e la qualità dei pigmenti bensì anche altro:
“Non si tratta solo di usare attrezzature sterili o controllare gli inchiostri usati – rileva Hiram Castillo dell’Esfr – ora scopriamo che l’usura degli aghi ha un impatto”.
Di solito gli aghi per tatuaggi contengono il 6-8% di nichel e il 15-20% di cromo, entrambi fattori sensibili per le allergie.

Nuovi studi e nuove tecnologie renderanno quindi più sicuro l’utilizzo degli aghi nella Dermopigmentazione?
Gli studiosi sono arrivati a considerare alcuni tipi di aghi (costruiti con acciai scadenti) responsabili, durante il loro utilizzo, del rilascio di sostanze che possono causare allergie mentre approfondivano uno studio precedente.
Esaminando infatti campioni di pelle e linfonodi prelevati da persone tatuate (utilizzando il più potente dei microscopi ossia la luce di sincrotrone) hanno notato che contenevano particelle di ferro, cromo e nichel le cui dimensioni variano da 50 miliardesimi di metro a 2 millesimi di millimetro.

Via libera quindi all’utilizzo di aghi in acciaio inossidabile nel mondo del trucco permanente… a patto che si rispettino le severe leggi in fatto di qualità.
“Inossidabile” è il termine utilizzato per identificare la famiglia di acciai con un contenuto minimo dell’11% di cromo (elemento chiave in grado di dare al materiale una grande resistenza alla corrosione).
Ci sono due tipi principali di acciaio inossidabile: Inox AISI 304 (in cui si aggiungono il nichel e il cromo) e un acciaio inox 316 (in cui viene aggiunto anche molibdeno per garantire un ulteriore resistenza alla corrosione).

Cosa differenzia l’acciaio AISI 316 dall’AISI 304?
La principale differenza tra i due è che l’AISI 316 contiene molibdeno a differenza del 304.
I manuali di laboratorio riportano che il molibdeno, comparato con gli altri metalli pesanti, ha una tossicità relativamente bassa. Difficilmente si osservano casi di tossicità acuta da molibdeno negli esseri umani, perché la dose necessaria sarebbe eccezionalmente elevata.

L’igiene dell’inox è garantita dalle diverse caratteristiche di questi materiali:
Resistenza alla corrosione che evita che il materiale possa cedere alle sostanze con cui viene a contatto i suoi elementi costituenti.
Non ha bisogno di rivestimenti protettivi, che usurandosi possono dare luogo a fessure, crepe, rientranze, che generalmente finiscono per ospitare germi e batteri.
– Superfici compatte prive di rugosità che assicura l’impermeabilità a sostanze esterne.
Elevata rimovibilità batterica.
Bassa ritentività batterica.

E’ possibile dunque ridurre il rischio di incompatibilità nell’utilizzo degli aghi in acciaio nella Dermopigmentazione?
Come sopra spiegato il rischio di incompatibilità nell’utilizzo degli acciai inox nella Dermopigmentazione è pressoché azzerata a patto che vengano utilizzati solo prodotti certificati, che venga garantita la tracciabilità delle materie prime oltre all’assoluta sterilità delle superfici.
Il nostro consiglio è quello di non importare impropriamente prodotti senza garantire l’igienicità e l’integrità degli stessi. Questo consente, insieme ad altri elementi, la riuscita eccellente e sicura nostro del lavoro!

Introduzione
Il trattamento di dermopigmentazione eyeliner deve essere eseguito da un operatore adeguatamente formato che abbia conoscenza approfondita dei materiali e delle attrezzature, dell’anatomia dell’occhio, delle palpebre, delle varie ed eventuali patologie correlate, dei canoni estetici.

I pigmenti utilizzati devono essere sterili e formulati in modo da risultare bio-riassorbili dall’organismo. Nel tempo il colore tenderà a schiarirsi gradatamente, e questa caratteristica è fondamentale trattandosi di un trattamento eseguito per migliorare, modificare, correggere alcuni aspetti del viso. Questo consente di apportare variazioni nel colore o nelle forme.

Viene eseguito tramite un’apparecchiatura elettrica a movimento rotativo, detta dermografo, su cui viene innestata una cartuccia con uno o più aghi, in acciaio chirurgico, sterile e monouso; il diametro e il numero degli aghi utilizzati varia in funzione della tecnica che viene messa in atto.

Il trattamento può essere eseguito anche con tecnica manuale ma la perizia professionale deve avere livelli altissimi vista la difficoltà, la manualità e la precisione richiesta.

La velocità del dermografo e la profondità dell’ago influiscono sul risultato più o meno corretto in considerazione del fatto che la pelle delle palpebre è la più sottile del corpo. Lo spessore dell’epidermide è inferiore a 50 micron (0,05 mm). Per queste caratteristiche della cute si scelgono aghi poco invasivi.

Gli aghi più utilizzati per le diverse tecniche possono essere i seguenti: 1 punta 0,25 medium taper, 1 punta 0.30 medium taper , 3 punte liner 0,20, 3 punte liner 0,25 long taper. La velocità del dispositivo e i movimenti dell’operatore determineranno il rilascio del colore. Maggior velocità effetto sfumato, minor velocità intensità di tratto.

Esistono diverse possibilità di esecuzione con risultati diversi, da un naturalissimo infra-cigliare adatto anche agli uomini ad un eye-liner grafico, ottenuto tracciando la linea di definizione della palpebra superiore accentuando ed enfatizzando l’attaccatura esterna degli occhi. Per professionisti esperti è possibile eseguire eyeliner sfumati e ottenere anche effetti colorati e cool, quasi un delicato ombretto.

Di seguito analizzeremo step, fattibilità, aspettative della cliente nonché le effettive possibilità di esecuzione.

Descrizione degli step
Consulenza: La consulenza è una importantissima fase preliminare. Si suggerisce di fissare una seduta informativa prima del trattamento per escludere eventuali patologie, per eseguire una prova davanti allo specchio che si avvicini il più possibile al risultato da eseguire e per capire il reale incontro tra aspettative e possibilità di realizzazione.

Consenso informato: Si tratta di un momento importantissimo che consiste in uno scambio di informazioni tra il professionista e il cliente. L’operatore informa il cliente descrivendo le procedure, spiegando possibili controindicazioni e complicanze. Il cliente viene invitato a dichiarare se assume farmaci o se sussistono patologie che potrebbero precludere l’esecuzione del trattamento. È compito del professionista informare accuratamente e indagare qualsiasi problematica che potrebbe potenzialmente rappresentare un rischio per la salute. Con l’approvazione finale il cliente firma in ogni sua parte il consenso informato, nel quale sono riportati i dati del professionista, del cliente, specificate le procedure di esecuzione del trattamento ed eventuali note.

E’ tuttavia opportuno verificare la pressione oculare e consultare un oculista per qualsiasi dubbio.

Durante l’erogazione delle informazioni si presta attenzione alla morfologia del volto, all’espressività e alla mobilità muscolare dello stesso. Si osservano il modo di porsi, di sorridere o di strizzare gli occhi, in modo da proporre il trattamento e il risultato maggiormente valorizzante, decidere la tecnica più adatta per valorizzare il volto, donando armonia con tutti gli elementi, consapevoli che un trucco permanente non è un make up che può essere tolto facilmente.

Vengono esposte le varie fasi del trattamento, dalle attrezzature utilizzate ai colori. I protocolli igienici applicati e specifici per la zona perioculare devono essere chiaramente esposti al cliente. Il cliente va rassicurato, ma correttamente informato. Vengono esposte le diverse e fisiologiche fasi della guarigione: ossidazione e sensazione di colore più scuro, possibilità di piccole esfoliazioni. Devono essere spiegate e fornite precise indicazioni della cura domiciliare.

Soluzione oftalmica sterile, priva di conservanti, Idratante e lubrificante Acido Jaluronico ad alto peso molecolare 1.500.000, Dalton con Solfato di Zinco, o r ophty film – liquido sterile costituito da Tocoferolo Acetato vitamina E che forma un film protettivo e omogeneo favorendo il ripristino della normale idratazione della superficie oculare),

Cose da evitare appena si è tatuato un eyeliner: make up, piscina o mare, sauna, palestra e bagni turchi, eccessiva sudorazione per i primi 10 gg.

Analisi: valutazione dell’anatomia delle palpebre, presenza di dermatite, pelle eccessivamente secca, occhi arrossati o irritati, esclusione di eventuali patologie ostative o di farmaci che interferiscono con il trattamento. Frequenti blefariti (infiammazione dei bordi delle palpebre, che hanno il compito di proteggere i bulbi oculari da attacchi esterni), presenza di glaucoma, eccessiva pressione oculare, qualsiasi piccola alterazione cutanea deve essere adeguatamente indagata prima del trattamento inviandola al medico di competenza (oculista o dermatologo).

Fotografia
È importante produrre una documentazione fotografica da allegare al consenso informato, che deve contenere: foto del prima, volto intero per valutare eventuali asimmetrie, spesso non percepibili ad occhio nudo, foto in dettaglio della parte da trattare e lo stesso verrà ripetuto a termine lavoro.

Progetto esecutivo: eseguita l’asepsi con disinfettante isolacrimale (es. salviette Blefavis Glicerolo vegetale, Aloe Ferox estratto glicolico, Malva Sylvestris estratto glicolico, Citrus grandis seed estratto idroglicerico (estratto di semi di pompelmo), Cocamidopropil betaina, Potassio fosfato monobasico, Potassio fosfato bibasico, EDTA disodico, Fenetil alcol, Caprillil glicole, Acqua depurata) vengono utilizzate gocce per la protezione oculare. Qualche minuto prima dell’inizio del trattamento infatti viene messa una goccia di un liquido sterile (es. filmeOpht-R, costituito da tocoferolo acetato – vitamina E – per creare un film protettivo, persistente e omogeneo che contribuisce a mantenere idratata la superficie oculare durante la seduta)

Si passa poi allo studio della conformazione delle palpebre, degli occhi e del viso nel complesso, disegnando la forma dell’eyeliner con un puntalino sterile e del colore scelto o con un pennarello dermografico sterile monouso.

Il progetto esecutivo deve rispettare ciò che è stato pattuito e il cliente deve nuovamente approvare il disegno, valutando eventuali correzioni.

Dispositivi di protezione: si esegue il primo lavaggio delle mani con sapone antisettico e si procede all’allestimento del campo sterile con guanti sterili. L’inchiostro viene posto in cup ink e, in caso di mix di colori, questi vanno mescolati con un ago sterile. Procedere poi nuovamente al lavaggio delle mani indossando dispositivi di protezione personale: cuffia, mascherina, guanti e camice sterile.

Procedure
Il cliente viene invitato a sdraiarsi sul lettino dopo aver espletato eventuali necessità fisiologiche ed essersi idratato. Bisogna creare una situazione ottimale che parta dalla temperatura ambientale alla posizione: nulla deve creare disagio poiché una persona rilassata è disponibile e meno reattiva a stimoli che in alcuni momenti possono risultare spiacevoli.

Il posizionamento nel lettino deve essere confortevole per la cliente. Il collo e la schiena devono essere in posizione di rilassamento e scarico per poter lavorare nel confort per il tempo necessario all’esecuzione che potrebbe richiedere anche 2 ore. Le posizioni sono state approvate da un fisioterapista e un posturologo. Sono state valutate e analizzate anche le posizioni assunte dall’operatore e impartite durante i training.

Viene posto un telino sterile sotto il capo e uno attorno al volto della persona. Eventuali coperte per una corretta temperatura sono in materiale monouso.

Tramite l’ago a cartuccia applicato sul dermografo (numero e spessore degli aghi dipendono dal tipo di trattamento che si vuole eseguire) viene applicato il colore sulle palpebre seguendo il progetto impostato in precedenza con movimento lento e costante, avendo cura di tenere l’ago perpendicolare alla superficie da trattare.

La palpebra deve essere tenuta chiusa. E’ importante che l’operatore abbia la certezza di avere una presa sicura e al contempo delicata per evitare movimenti. La pelle è tesa in modo confortevole.

Si suggerisce di fornire alla cliente una pallina antistress perché eviti movimenti improvvisi. La si invita ad alzare la mano per interrompere la sessione, così da evitare che parli muovendo la mano dell’operatore.

L’operatore si posizione sul fianco destro del cliente per entrambi gli occhi. In caso l’operatore sia mancino si invertono le posizioni.

La posizione assunta dall’operatore deve essere confortevole, con l’avambraccio appoggiato e il polso rilassato, il che consente scioltezza e leggerezza nel movimento.

I movimenti più lenti rilasciano più colore con un effetto più pieno. Movimenti veloci, ritmici e delicati vengono utilizzati per sfumature e riflessi colorati.

Un buon esercizio suggerito è provare il ritmo, la musicalità e la vibrazione su un palloncino, con l’obiettivo di sgonfiarlo senza farlo esplodere. Questa sensazione si avvicina molto alla delicatissima parte da trattare e consente all’operatore di “memorizzare” le manualità esecutive.

Può essere utilizzato del ghiaccio posto all’interno di un guanto sterile e appoggiato attraverso una garza sterile per una piacevole sensazione di freschezza e confort

Da Evitare
– Operare sulla wet line per evitare di danneggiare le ghiandole di Meibomio (40 nella palpebra superiore e 30 nella palpebra inferiore). La mancata osservanza di ciò potrebbe provocare secchezza oculare e altre complicanze anche a lungo termine.
– Avvicinarsi al canto mediale o laterale dove si trovano i dotti lacrimali.
– L’uso di anestetici: il trattamento viene eseguito in sicurezza senza anestetici che potrebbero creare irritazioni e lesioni anche gravi per il cambio di ph.
Pulizia durante le procedure: nel corso della seduta possono essere usate per la detersione: acqua sterile con garze in TNT, glicerina sterile e salviettine emollienti sterili specifiche per la zona oculare isolacrimali. La detersione deve essere sempre delicata evitando sfregamenti energici, per questo motivo si prediligono prodotti viscosi o oleosi che puliscono per lipo-affinità e acqua sterile.

Post trattamento: al termine del trattamento si suggerisce l’applicazione di un collirio monodose ad azione lenitiva e calmante (es. refral – gocce oculari con aloe vera e acido ialuronico) e sulla zona trattata delle palpebre. Per 24/48 ore le palpebre potranno risultare leggermente gonfie e arrossate.

E’ opportuno consegnare al cliente un memorandum dove sono riportati i comportamenti da seguire nei giorni successivi al trattamento: per i primi 5/8 gg successivi al trattamento detergere delicatamente 1-2 volte al giorno con acqua tiepida/fresca e detergente delicato; applicare 2 volte al giorno una quantità moderata di gel lenitivo (vitamina E); evitare l’esposizione al sole/lampade per i primi 15 gg; non toccare la zona trattata con mani sporche; non grattare/sfregare; in questo periodo non applicare altre sostanze, farmaci o cosmetici diversi da quelli suggeriti.

Viene dunque prodotta la documentazione fotografica post trattamento.

La guarigione impiega circa 4 settimane.

Possibili complicanze
– chimiche (Emla)
– anatomiche (ghiandole di meibomio, cantomediale)
– tecniche manovre (inserire link pubblicazione americana)
– migrazioni
Se eseguite bene le prime due sedute, vista la sottigliezza della parte, in genere non si ritocca prima di 7/8 anni. Creare tessuto cicatriziale significa aver lavorato in maniera aggressiva, il che comporta anche altre problematiche quale la migrazione del colore. Una eccessiva violenza può creare anche danni alla cornea.

Strategie di copertura
E’ possibile intervenire su vecchi eye-liner cambiandone sia il colore che la forma. I trattamenti più richiesti riguardano camouflage di vecchi eyeliner bluastri o verdastri.
È inopportuno intervenire con camouflage color pelle o trattamenti invasivi.

Medical tattoo
L’eyeliner può essere un valido aiuto per il recupero dell’integrità e il benessere psicofisico di persone che hanno avuto patologie.
Nel 1984 la Dottoressa Giora Angres ha perfezionato il tatuaggio delle palpebre o eyeliner permanente pubblicando uno studio di 2 anni su 250 palpebre di donne con disabilità che non potevano truccarsi autonomamente. Da qui ha avuto inizio ciò che oggi noi conosciamo come trucco permanente o permanent make up (PMU) con finalità medica.

Si applica in presenza di alopecia anche farmacologica, su donne con paraplegia, su esiti da eventi traumatici, cicatrici, ustioni, anche da importanti rush cutanei.

Rita Molinaro
Presidente Clinita
Rita Molinaro PMU Factory

Clinita di Rita Molinaro offre la possibilità a professionisti dalle spiccate qualità di diventare docente Clinita.
Il percorso di formazione professionale Ateneum, certificato da docenti riconosciuti EQF, ha come obiettivo quello di formare Docenti di Dermopigmentazione che possano aspirare alla certificazione europea.

La durata del percorso varia a seconda delle esperienze pregresse della candidata docente e delle competenze consolidate nelle varie materie della dermopigmentazione, ma in linea di massima questo deve potersi compiere entro i 24 mesi dall’inizio dello stesso.

Il percorso si compie attraverso:

I corsi o Master collettivi obbligatori e propedeutici al percorso per diventare docente Clinita sono il Corso Colori e Camouflage, il corso Farmaci, Pigmenti e Pelle, i master di Tecniche Avanzate per sopracciglia, occhi e labbra, il cambio metodo (tecnica macchinetta e tecnica manuale).
Se l’aspirante docente non ha fatto la formazione di base con il metodo Clinita è indispensabile partecipare ad un modulo di 3 giorni dedicato al cambio metodo; per il cambio metodo sul Microblading le giornate sono 2.

Indispensabili sono anche le due giornate dedicate ai protocolli igienico-sanitari Clinita e le due giornate di gruppo dedicate alla pedagogia e formazione nell’adulto, con attività di esercitazione e role-play.

L’aspirante docente ha diritto a sconti e condizioni particolari sia sui master e le giornate individuali di formazione che sull’acquisto dei prodotti utili alla propria attività professionale.